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Corna studiate 5


di iltiralatte
22.11.2023    |    2.435    |    15 8.1
"Io non mi lamento perché debbo condurre da sola il negozio..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Lella.
È già una settimana che non ho notizie di Ivan.
Certo, mi manca ed un po’ mi mette in crisi.
In compenso sto godendo delle attenzioni di un montone che mai avrei immaginato,
Dario si è rivelato una furia! Un vera forza della natura. Penso: “Dario, cretino, perché hai tardato tanto a rivelarti? Lo vessi fatto prima non mi sarei concessa ad Ivan. Mi sarei accontentata di te con mia piena soddisfazione. Ora cosa devo fare? A me tu basti ma anche dei sentimenti di Ivan debbo tenere conto. Sapessi come è cambiato da quando andiamo a letto assieme! La sua insicurezza è completamente sparita, No, tu non lo saprai mai amore, Questo è un segreto che custodirò per sempre nel mio cuore,”

Dario
Non credo che il lavoro sia diminuito, ma Lella, ora, rientra tutte le sere a casa per tempo.
Non l’ho mai vista tanto giocosa e serena. Ora però devo darle una notizia per lei spiacevole
Io “Lella debbo rimettermi a studiare. Il primo concorso mi ha dato il posto sicuro ma, se voglio insegnare vicino a casa devo vincere anche il secondo.
Lel “Io non ne posso più Dario. Io ho sposato te, non un libro di scuola.”
Io “Ma ben sai quanto a me piaccia insegnare. Inoltre coi tuoi guadagni neppure sarebbe vitale per me aiutarti in negozio, mi toglieresti solo una soddisfazione.”
Lel “Appunto non hai bisogno di guadagnare. Io non mi lamento perché debbo condurre da sola il negozio. Con l’arrivo di Flora ho supplito egregiamente; tu hai dato l’impulso ma noi lo abbiamo mantenuto. Io mi lamento perché, quando studi, perdi contatto col mondo in generale e con me in particolare. Ti estranei, divieni un Marziano che però ignora di essere capitato sul pianeta Terra. Io ti vedo accanto a me, posso toccarti, ma tu sei su Marte.”
Io “Non esagerare, non sono tanto distratto.”
Lel “A te piace insegnare, ma c’è tanta gente a cui piacerebbe imparare ma non può permetterselo. Apri la tua scuola privata, gratuita magari. Il nostro negozio è molto vasto e si estende su due piani. Potremmo ricavare al piano superiore un’aula per te. In questo modo andremmo a lavorare assieme e saremmo sempre vicini pur esercitando due attività diverse.”
Io “Sei molto generosa Lella, per questo ti amo, ma devo declinare la tua offerta.”
Lella mi guardò con aria delusa:
Io “Non pensare male amore ma non hai considerato la mia dignità di uomo. Già ora sopporto a fatica l’idea di dipendere completamente da te, di esserti di peso totale. Nella nostra società è l’uomo che dovrebbe provvedere alla famiglia. Io potrei sopportare di guadagnare meno di te, non sono tanto retrogrado,ma non di essere assolutamente tuo dipendente. Ti prego, facciamo quest’ultimo sacrificio. Abbiamo fatto 30 facciamo 31.”
Gli occhi le si riempirono di lacrime. Accennò un si con la testa e poi corse a piangere in camera nostra.

Lella
Ho tentato in tutti i modi di convincere Dario, ma non ci sono riuscita.
Cammino per la via e rimugino.
Non c’è nulla da fare: lui è un insegnante, un professore nato. Pur senza parlare del nostro futuro mi ha fatto intravedere come sarà. Dario troverà sempre qualcuno più importante di me, qualcuno da educare, istruire e proteggere. Il mio matrimonio sta naufragando e non perché io l’ho tradito o perché lui abbia un’altra donna”
Magari la avesse, contro lei potrei combattere. No, io mi sto scontrando contro qualche cosa di più sottile, impalpabile eppure reale.
Forse non so neppure definirla eppure è più forte di me.
Senza accorgermene sono giunta nei pressi dello studio di Ivan.
È il destino che mi parla è evidente.
Io non voglio diventare una vedova bianca, voglio qualcuno che si occupi di me ora ed in futuro.
Addio Dario, amore mio! Resterà il più possibile al tuo fianco ma so di dover provvedere da sola al mio futuro.
Senza esitare entro nello studio.
Ivan mi vede e capisce al volo: chiude la porta.
Facciamo l’amore distesi sul tappeto della stanza.
Non servono tante parole: presto tutto torna come una volta, straordinari compresi.

Dario
Ho ricominciato a studiare ma ora sono ben allenato: non ho bisogno di uno studio intenso come per il primo esame.
Oggi voglio fare una sorpresa a Lella che da qualche tempo sembra essere tornata la manager super impegnata di un mese fa.
La rapirò dal suo negozio ed incaricheremo Flora di provvedere alla chiusura.
Entro e Lella mi getta un bacio da lontano.
È alla scrivania con due clienti ed una terza, una donna, è seduta in attesa-
Mi siedo al suo fianco. In questo istante non posso distogliere Lella da quanto sta facendo-
Scambio due chiacchiere con la donna in attesa che sfoggia una elegante valigetta oltre la borsa.
Lei parla volentieri: è un fiume in piena.
In pochi minuti mi informa su tutta la sua vita.
Vengo a sapere che ha 45 anni, che è sposata, che ha 2 figli, che i soldi non bastano mai, e che è la rappresentante dei mobili di Cantù …
Mobili di Cantù?!
Allora chi è quello che sta entrando ora in negozio?
In un lampo capisco tutto.
Voglio passarmi una mano sulla fronte per asciugare il sudore freddo che mi ha preso.
Non ci riesco: un paio di protuberanze ossee, belle corpose, mi impedisce di raggiungerla.
Saluto la verbosa rappresentante e mi allontano.
Quando incrocio il “rappresentante” non lo saluto neppure.
Come al solito Lella rientra tardi la sera: ha dovuto fare i soliti straordinari.
Lel “Hai visto anche tu quanta gente, e tutta all’ora di chiusura!”
Io “Certo Lella, ed ho visto pure che, mentre uscivo, entrava IL rappresentante dei mobili di Cantù.”
Lel “Ah, quello! Si e mi ha pure intrattenuta a lungo. Ho dovuto fargli un sostanzioso ordinativo.”
Io “Basta bugie Lella” Se mai mi hai voluto bene sii sincera almeno una volta,”
La vedo sbiancarsi immediatamente.
Lel “Ma io non ti dico bugie.”
Io “Menti sapendo di mentire. Ti sei fatta un amante da non so quanto tempo. Sei addirittura arrivata al punto da farmi festeggiare assieme a lui il successo del mio primo esame.”
A questo punto lei cede di schianto
Lel “Perdonami Dario! Ho cercato di farmi notare da te, ma tu eri sempre impegnato sui tuoi maledetti libri. Mi trascuravi, mi lasciavi sola. Ho ceduto!Sono imperdonabile lo so, ma ho voluto restarti accanto nella speranza di liberarmi di questa specie di sortilegio ma anche qui mi è andata male.”
La guardai senza parlare.
Lel “Cosa vuoi che ti dica? Che mi inginocchi ed implori il tuo perdono? No Dario, non sarebbe sincero. Io ti amo veramente ma tu, tra me ed un libro non esiteresti nella scelta. Sceglieresti sempre lui e condanneresti sempre me ad una vita da ripiego.
Da oggi vivrò in negozio. Lascio a te la casa. Manderò qualcuno a prendere le mie cose sperando, lasciami l’illusione, che questa non sia la fine tra noi.”

Ho vinto anche il secondo concorso ma quanto mi è costato?
Giro per la casa vuota dopo aver rinunciato ad una cattedra proprio dietro casa con la coscienza che mi rimorde.
Forse se corteggiassi un po’ Lella potrei riconquistarla.
Ho capito: lei mi ha tradito ma tutta la colpa deve essere addossata a me.
Farò un tentativo: chissà che non abbia bisogno di un commesso?

Lella
Solo per illustrarvi il sorriso che mi ha unito le orecchie quando ho visto Dario entrare nel negozio (da allora non ho più visto Ivan).

Fine
Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi.
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